Approfitto del lunedì libero concesso dal ponte per andare in montagna con Ale; il ritrovo è fissato per le ore 8.00 al Bione. Mentre entro con l’auto nel parcheggio non vedo Ale, ma noto due facce particolarmente familiari; sono Walter e il Pier. Scendo dall’auto per salutarli e per scambiare due parole; loro mi dicono che vanno in Medale per non rischiare di “prendere” freddo, mentre io, dopo aver lanciato un’occhiata veloce verso un cielo che tende al grigio, gli comunico di voler andare in Grignetta; 10 minuti dopo ci salutiamo, Ale che nel frattempo è arrivato carica lo zaino sulla mia macchina e partiamo in direzione Pian dei Resinelli.
Mentre saliamo verso Ballabio la giornata sembra confermare di non essere delle migliori, poiché il sole è ben nascosto da nuvole basse e minacciose, tipico di una grigia giornata d’autunno; tornante dopo tornante però scorgiamo prima la luce di alcuni timidi raggi, che poi aumentano di intensità e di colore grazie ad un sole che ora è ben visibile e splende sopra ad un mare calmo e piatto di nubi.
Sosta “obbligata” al Forno della Grigna per un caffè, prima di raggiungere il piccolo parcheggio sterrato appena sotto all’imbocco del Canalone Caimi; vista l’ora, le speranze di trovare ancora un buco libero sono poche. Stranamente ci sono soltanto altre due macchine e dopo aver comodamente parcheggiato, ci prepariamo per raggiungere il bivacco Bruno Ferrario per la via sicuramente più elegante da percorrere, la Cresta Segantini. Portiamo una corda intera e qualche rinvio, dato che la via seppur alpinistica, presenta difficoltà massime di III+ e per giunta soltanto in alcuni punti.
Saliamo velocemente il tratto di direttissima che conduce al caminetto Pagani, ammirando lo splendido panorama gentilmente concesso, formato da una serie impressionante di cime che emergono dalle nuvole ora bianchissime, coronate all’orizzonte dalle Alpi recentemente imbiancate.
Una volta salite le due scale del caminetto, abbiamo ancora un’ora circa di avvicinamento prima di giungere al Colle Valsecchi; procediamo spediti e compiaciuti, del fatto di essere i soli ad aver scelto la Grignetta oggi; anche l’affollatissimo Giro del Fungo è deserto.
Alle ore 11.00 circa siamo all’attacco pronti per partire; il silenzio quasi surreale in cui siamo immersi, è spezzato soltanto dal tintinnio dei nostri moschettoni appesi agli imbraghi e dal gracchio di qualche cornacchia, che plana sulle guglie di calcare vicine.
Saliamo la cresta tiro dopo tiro con arrampicata facile, divertente e mai obbligata, alternata a qualche tratto in conserva ed a qualche brevissima discesa in doppia; passiamo in successione i leggendari torrioni Dorn, Svizzero, della Finestra, poi ancora il Pilone Centrale prima di raggiungere il canale della Lingua, con una calata su un vecchio chiodo dal sapore antico, che offre però grande affidabilità.
Ora passa Ale a condurre la cordata e il suo primo tiro è davvero fortunato; infatti quando lo raggiungo alla sosta mi mostra orgoglioso un secchiello nero nuovo di zecca, trovato su una cengetta a circa metà del tiro.
Una volta arrivati la selletta che si raggiunge in uscita dalla via Zucchi, capiamo di essere quasi alla fine della cresta; mezz’ora dopo tocchiamo le catene poste appena sotto la cima.
Ci sediamo sui sassi vicino al bivacco Ferrario per il meritato riposo e mentre gustiamo pane e formaggio, ammiriamo lo spettacolo del tramonto che colora la Grigna e le più lontane cime del Masino, di un rosa pallido; dopo aver tolto gli imbraghi e riavvolto la corda iniziamo la “noiosa” discesa dalla Cresta Cermenati che ci riaccompagna ai Piani dei Resinelli, mentre la luce del tramonto sempre più rossa si esaurisce dietro alle montagne ad ovest.
Arriviamo alla macchina che è quasi buio, buttiamo tutto il nostro materiale velocemente nel baule: un trancio di pizza fumante e una buona birra ci aspettano al Forno della Grigna.